CAPRA GIRGENTANA
La capra Girgentana trae la sua denominazione da “Girgenti” oggi Agrigento capoluogo della provincia omonima dove ha avuto maggiore diffusione.
Molto intelligente si sono arrovellate nel ricercarne le origini, che si perdono nella notte dei tempi, e discordi sono ancor oggi i pareri: l’Amscheler asserisce che provenga da una sottospecie della capra Prisca, l’ Adametz la ricollega alla capra Falconeri o Markor, forme domestiche che ebbero origine e culla nella Asia occidentale. Si condivide il parere del dr. Portolano dell’Università di Palermo secondo il quale l’origine della capra Girgentana sia da ricercare tra le capre asiatiche del Tibet e propriamente dalla zona dell’Himalaia dove ancor oggi vivono allo stato quasi selvatico soggetti che sia per il pelame che per le corna ricordano, da vicino, la nostra Girgenana.
L’importazione in Italia di soggetti caprini asiatici, dai quali trae le prime origini la capra Girgentana, si deve attribuire agli arabi nell’800 D. C., quando toccarono il porto di Marsa Allah, oggi Marsala, e da dove si diffusero nel versante sud occidentale della Sicilia trovando l’habitat ideale. La capra riesce a sfruttare zone pascolive ed essenze foraggiere poco sfruttabili da altri animali, producendo in media tre litri di latte e per questo fu definita “Vacca del povero” adattandosi benissimo alle zone più impervie e poco produttive dal punto di vista agricolo della Sicilia.
Nelle aziende ad economia depressa la capra rappresentò nei secoli, l’animale più idoneo all’allevamento visto sotto il duplice aspetto della produzione di latte e di carne, ogni capra produce due capretti all’anno. Raggiunse negli anni ’50 i 38000 capi nella sola provincia agrigentina, ma da allora è cominciato il suo lento declino ed oggi ne esistono solo poche centinaia di esemplari.